Prandelli: "Conosciamo tutte le difficoltà"

Il ct non è spaventato dall'avventura mondiale e vuole arrivarci ben preparato

Abete, Prandelli? chiuderemo a marzo"Ci sono quattro squadre favorite, forse quelle più forti, e poi ci sono tante altre. Noi vogliamo arrivare preparati da un punto di vista fisico e psicologico perché abbiamo un girone particolarmente impegnativo. Non siamo spaventati perché abbiamo fatto questa esperienza l'anno scorso e sappiamo le difficoltà che andremo a trovare".


Lo dice il Ct della Nazionale Cesare Prandelli, "Le sensazioni sono tutte buone, nonostante ci sia già un preclima Mondiale, ma quello che dobbiamo fare noi è la preparazione a livello organizzativo e logistico, e da questo punto di vista le cose stanno andando bene", aggiunge il commissario tecnico. 


Prandelli parla poi di alcuni giovani che, forse, non sono sbocciati come secondo le aspettative: "Noi abbiamo un settore giovanile importante - racconta - Fino a 17-18 anni c'è una buona competizione nei confronti delle altre nazionali poi c'è un fermo, c'è uno stacco, dobbiamo capire il perché: se è un discorso di fiducia, un discorso di autostima, se è un discorso di uscire da una situazione critica che inizialmente tutti i ragazzi possono avere. C'è una concorrenza forte e quindi sì, qualcuno ha trovato delle difficoltà". 


"Balotelli con dei problemi? Non lo so, forse tutti abbiamo grandi aspettative. Tutti pensano che Balotelli ogni volta che prende la palla debba fare qualcosa di straordinario o di impensabile. Io quello che posso suggerire a Mario è che deve fare il minimo e soprattutto avere un grande rispetto per tutti quelli che girano intorno a lui, a quelli che lavorano con lui". "Quando un giocatore in campo è generoso gli si può perdonare tutto - aggiunge - Se vuole un consiglio in questi ultimi mesi deve solo pensare ad essere generoso nei confronti della gente, e basta". 


ll commissario tecnico parla poi anche di Antonio Cassano, tornato alla ribalta grazie al grande campionato che sta facendo con il Parma: "Con Antonio abbiamo fatto due anni belli dal punto di vista dei risultati. Abbiamo fatto un ottimo Europeo, poi abbiamo deciso di 'provare' altri giocatori, poi certi si sono un po' fermati - dice Prandelli - Lui in questi mesi sta dimostrando di avere una grande condizione, di star bene anche a livello psicologico, e quindi le scelte saranno dettate solo ed esclusivamente da un punto di vista tecnico. Dal punto di vista comportamentale - continua - se c'era qualcosa da dire o da chiarire lo abbiamo fatto al tempo giusto. Le valutazioni saranno solo ed esclusivamente tecniche". 


Infine una battuta su Francesco Totti, che si è detto disponibile alla convocazione. "A me fa enormemente piacere che un grande campione, uno dei più grandi del dopoguerra, che tuttora gioca, dia la possibilità al Ct di eventualmente pensare a lui - spiega Prandelli - Questo per me è un atto di grandissima considerazione, quindi i grandi campioni hanno anche i momenti giusti per mandare i messaggi".


"Prima dell'infortunio Totti aveva una condizione fisica straordinaria, ora la sta ritrovando - conclude - Lui ha detto che ovviamente si deciderà eventualmente solo dopo aver verificato la condizione fisica, quindi non è solo un discorso tecnico, perché da un punto di vista tecnico Totti è inattaccabile. L'età è quella che è, anche se sta dimostrando di reggere i ritmi, ma in Brasile c'è qualcosa di più. Valuteremo la condizione fisica". 


"Siamo stati soddisfatti dei tre giorni di stage fatti a Roma, c'erano 6-7 ragazzi della Serie B interessantissimi. Dobbiamo renderci conto che fra poco saranno loro i protagonisti della maglia azzurra perché le percentuali sono abbastanza spietate, il 38-40% solo di italiani che giocano nel nostro campionato, quindi dobbiamo per forza di cose pensare al futuro".


Prandelli parla anche del suo futuro e del rinnovo con la Figc sempre più probabile: "Mi inorgoglisce è che la Federazione stia pensando di propormi un prolungamento di contratto a prescindere dai risultati del Brasile - spiega - Questo vuol dire che per la prima volta c'è un messaggio straordinario, cioè che non si guarda ai risultati, ma a quello che si è fatto e che si potrebbe fare. Quindi da parte mia c'è la volontà di dare la disponibilità, ci troveremo e ne parleremo nei dettagli".


"Ho grande stima e considerazione per Seedorf, perché ha dimostrato di saper avere una grande personalità, una grande capacità nel gestire certe situazioni e sono convinto che è finito il tempo in cui un allenatore può determinare il tutto. Se le cose non vanno tanto bene molto probabilmente manca anche il supporto di altri elementi che potrebbero essere, oltre i calciatori, anche la società".


"Se la società è forte, è presente, l'allenatore ha meno  responsabilità, meno problemi da affrontare e quindi sono convinto che le capacità e le qualità di Seedorf siano indiscutibili - aggiunge - poi magari anche i giocatori fanno la differenza. Avere calciatori che non sono proprio di prima fascia ha messo probabilmente in difficoltà Seedorf". 


"Dipende dalle aspettative - dice ancora Prandelli - se pensi che una squadra possa fare delle cose straordinarie e poi nella realtà dei fatti non riesci a farle è ovviamente una grande delusione. Se invece parti pensando che gli obiettivi debbano essere minimi e poi strada facendo puoi alzare l'asticella, allora tutto è possibile. È una squadra che ha dovuto cambiare in corsa e quindi non è facile trovare gli equilibri". 


"Abbiamo trovato di fronte una persona che vediamo tutti i giorni, non è diverso, non è stata una sorpresa. È stata una conferma di quello che tutta la gente può percepire quando lo vede e quando lo ascolta. Il Papa è assolutamente come lo si vede anche in tv, è umanamente disarmante, nel senso che è aperto, solare, ha cercato in tutti i modi di metterci nelle condizioni migliori per ascoltarlo. Non è stata una sorpresa ma una grandissima conferma". Prandelli ha  ricostruito così l'incontro degli Azzurri con Papa Francesco avvenuto in estate. 


In Polonia (per gli Europei del 2012) ci furono i pellegrinaggi, cosa è disposto a fare per fare bene in Brasile? "I pellegrinaggi sono nati proprio per cercare di scaricare anche un po' l'adrenalina, la tensione di notte che non fa dormire, con i miei collaboratori - spiega - Pensano che molte persone lo facciano se raggiungono un obiettivo. Non so cosa faremo, sicuramente qualcosa che possa fortificare ancora di più questo gruppo perché le cose vanno bene quando le persone vanno d'accordo, quando condividono il progetto, gioiscono e soffrono assieme. Son convinto che quei momenti del dopo gara possano formare ancora di più un gruppo che è in tensione".

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  • pubblicato21.03.2014
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