Emanuele Sella ha vinto anche la 15ª tappa del Giro d'Italia, da Arabba a Passo Fedaia/Marmolada (tappone dolomitico di 153 km).
E' il secondo successo consecutivo per il ciclista della Csf Group-Navigare che ieri si era gia' presentato da solo al comando sull'Alpe di Pampeago. Secondo Domenico Pozzovivo, compagno di squadra di Sella, staccato di 2'05'', terzo Ricco', quarto Di Luca.
Lo spagnolo Alberto Contador, arrivato sesto, e' la nuova maglia rosa.
Sella non piange più - Come Marco Pantani nel '94, il vicentino della Csf Group Navigare di Reverberi centra la doppietta consecutiva, al termine di una due giorni di fuga senza fine.
Un totale di 330 chilometri a sbuffare davanti che gli frutta ieri l'Alpe di Pampeago e oggi il Passo Fedaia, oltre alla consacrazione a scalatore di livello mondiale. Altro che sfiga e cadute, il ventisettenne che dopo il Giro si sposera' con la sua Lara, a solo tre esami dalla laurea in economia aziendale, ha fatto il vuoto sulla Marmolada dopo aver alimentato l'ennesimo spunto da lontano, perché lo scricciolo veneto era lì davanti già sul San Pellegrino, con Bettini, il suo fido Baliani, Rodriguez e Karpets, e in vetta al temibile Giau e al Falzarego, dove ha messo al sicuro anche la maglia verde di miglior 'arrampicatore' della carovana.
E quando mettono la testa davanti anche Nibali e Perez Cuapio, Sella non ha alcun timore riverenziale e se ne va tutto solo sull'ultima rampa, dove anche i big si scuotono per dar vita ad una bagarre che cambia il volto della classifica generale.
E' Riccardo Ricco' a tentare di far saltare il banco, con tre scatti che fanno male ma non tolgono di mezzo Danilo Di Luca e Gilberto Simoni. E tantomeno Alberto Contador, il navarro dell'Astana che si ritrova vestito di rosa a baciare le miss mentre l'ex leader Gabriele Bosisio e' ancora a smanettare sui rapporti.
Il re del Tour 2007 ha ora 33" su Ricco', terzo di giornata alle spalle di un altro uomo della Csf, Domenico Pozzovivo, e 55" su Di Luca, ma restano in gioco anche il 'Gibo' e Marzio Bruseghin. Giro apertissimo su cui Contador non ha ancora messo le mani.
E domani c'e' un autentico lunedì di passione, perché la corsa deve fare i conti con la cronoscalata di 12,9 chilometri tra San Vigilio di Marebbe e Plan de Corones che potrebbe, se non decidere, rivoluzionare ulteriormente la classifica generale.
Un percorso sempre in salita, con una pendenza media che si attesta attorno all'8 per cento e massima che sfiora il 24 nei pressi del traguardo, dove i corridori, stremati, pedaleranno nello sterrato, come nei tempi del ciclismo eroico.
A differenza della crono di Urbino, vinta da uno specialista come Marzio Bruseghin, stavolta dovrebbero essere avvantaggiati gli scalatori di professione, tra cui un Gilberto Simoni che pare abbia trovato una dimensione anche nelle prove contro il tempo. Sarà comunque una giornata di fatica e sudore, prima del secondo e ultimo stop di un Giro che, per rifiatare, farà mercoledì un salto in Svizzera prima delle ultime montagne e della crono di Milano, questa sì destinata a far calare il sipario su una corsa bella e senza padroni.
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