28-05-2010
Basso quattro anni dopo
Riveste la maglia rosa dopo quattro anni e mette le mani sul giro. Corsa decisa in discesa. Scarponi taglia il traguardo di Aprica
Da incorniciare! Una tappa che incorona il giro 2010 come uno tra i più spettacolari degli ultimi anni. Impresa riuscita: Basso è in rosa dopo quella che potremmo definire ‘la corsa perfetta’.
A Scarponi la tappa alla Liquigas la maglia e forse il giro (dovremmo attendere il Gavia).
Un successo ottenuto dalla Liquigas con un gran lavoro di squadra finalizzato poi da Basso che può incoronare questa tappa come una delle più belle e intense della sua carriera. Il distacco da Arroyo è di 51” pesante così come quello inflitto a Evans che sprofonda a 4’00”. Nibal sale al terzo posto della generale. Il 28 maggio del 2006 vinse il suo giro d’Italia. Quattro anni dopo Basso si riprende la maglia rosa.
Garzelli apre le danze e se ne va alla ricerca di secondi preziosi prima dello strappo del Mortirolo. Bella la sua prestazione senza mostrare cedimenti. Nelle gambe e nella testa ha ancora la cronoscalata dello Zoncolan.
Dal Santa Cristina in poi risucchia i battistrada e si inerpica con passo deciso. L’altra metà della storia la scrive la Liquigas che parte a razzo. A tutta pur di scippare la maglia rosa ad Arroyo. Ai piedi del Mortirolo il solito Agnoli porta il gruppo verdeblu. Media di 28km/h. Una velocità irraggiungibile.
Kiserlovsky e Szmyd accompagnano Nibali e Basso. E così su verso la vetta del gigante del Giro. Arroyo, lo aveva detto, non è fatto per queste pendenze e si sfila per non andare in crisi affiancato da Uran. 50, 60, 70 metri, il distacco si fa sentire.
Siamo ai metri decisivi della corsa, forse del giro. Arroyo perde quasi un minuto e Nibali si mette a disposizione di Basso. Davanti sempre Garzelli. Sono rimasti in pochi, cinque, quelli che sono al seguito di Basso.
Evans non si sposta, l’impressione è che fatichi un poco. Vinokourov invece si stacca e non è un’impressione. Il Mortirolo è un giudice implacabile. E Basso va cerca di staccare tutti quanti. E’ la resa dei conti.
Lo stacco di Basso rallenta quando con la coda dell’occhio intravede Nibali in difficoltà. Siamo a 32 km dal traguardo. Evans rinviene mentre Scarponi punge e fa male. Mentre si sale a 6km dallo scollinamento il ritardo di Arroyo è di un minuto.
Garzelli è davanti di un minuto, Arroyo è a 2’15”, Evans perde ancora terreno. Si smonta tutto nella terzultima tappa e i suoi occhi inquadrati dalle nostre motocamere dicono tutto. In queste salite la testa è importante più dei secondi persi o guadagnati, più della forza fisica. Questo è il succo del ciclismo.
Nibali si riprende e il distacco di Garzelli si assottiglia fino a essere riprese. Al comando ci sono quattro uomini: Garzelli, Nibali, Basso e Scarponi. A 4km dal GPM Arroyo perde 2 minuti. Il giro di riapre!
Basso e Nibali non si fermano e Scarponi non molla mentre Garzelli perde contatto – 25 secondi. Piove, intanto, le nuvole sono basse. Dalla testa della corsa Evans e Vinokourov sono a un mimuto. In mezzo garzelli da solo.
Arroyo sale con il suo passo, Evans ritorna sul gruppo, Basso tira un po’ il fiato vuole portare Nibali con sé. La pendenza massima arriva al 18% e la media è del 10% perdere Nibali sarebbe fatale. Garzelli alza bandiera bianca e pian piano viene ripreso dal gruppo.
Si vede il gran lavoro di squadra fatto dalla Liquigas e in questo frangente il premio è lì davanti con Basso e Nibali davanti.
A 2 km dal traguardo Basso rilancia l’andatura nei tratti meno maligni. Arroyo è a 1’42”. Evans ricade in crisi e per lui si fa buio. Non ce la più a tenere Sastre e Vinokourov. La sfida arride a Basso sulla testa del gigante del Mortirolo.
Ma c’è la discesa, insidiosa, velenosa, una coda che propone altre emozioni. Sul gpm Nibali affianca Basso adesso tocca a lui mangiare i tornanti della discesa del Mortirolo. Piove a dirotto.
Si cambiano i rapporti e si va: Basso, Nibali, Scarponi e dietro Vinokourov.
44’46” per arrampicarsi fin sulla vetta. 55” è il ritardo di ‘Vino’ che rientra nella giostra della classifica ‘calda’. Evans è in ritardo di 1’43”, Arroyo porta 1’55” di ritardo. La maglia rosa si difende alla grande.
Discesa. Strada bagnata, Basso chiede a Nibali di non staccarlo e i tre di testa non forzano l’andatura. Basso è in difficoltà, Arroyo va a rotta di collo. Commovente Nibali che non lascia il suo capitano, lo cerca con gli occhi. Il messinese potrebbe andarsene ma non lo fa.
La maglia rosa guadagna molti secondi è il più veloce. Guadagna su Sastre e Gadret. Il duo della Liquigas non molla con Nibali che disegna le traiettorie per Basso che scende con i freni tirati. Adesso la strada si allarga, il brutto è passato a 25 km dal traguardo.
Tra Basso e Arroyo il gap è di un minuto, lo spagnolo ha recuperato moltissimo. Recupera Vinokourov. Prima della salita dell’Aprica l’elastico tra Basso e Arroyo è di 45”. Scarponi, Basso Nibali si danno cambi regolari. Liquigas e Androni contro l’intesa Caisse d’Epargne e Astana.
Vinokourov forse per stanchezza lascia Arroyo e tira i remi in barca prima dell’ultima salita che porta al traguardo dell’Aprica. Arroyo, Sastre Evans e Vinokourov è il quartetto che insegue il terzetto di testa.
In salita risale la distanza temporale di Basso su Arroyo che può contare sull’abbuono del gpm. Non piove più, mancano 10 km al traguardo dove c’è un tratto duro al 10%, breve ma intenso. Qui Nibali tira e fa strada a Basso. Altro cambio di passo.
Arroyo cerca collaborazione perché è a 1’15” da Basso. Davanti vanno come un treno. Evans si presta a tirare per lo spagnolo ma Basso allunga, protagonista di questa tappa spettacolare dove la discesa è stata più spettacolare della salita.
Arroyo cede sul tratto di salita a 5km dalla fine. Basso ha le mani sulla maglia rosa. 2’17” il ritardo cui va aggiunto l’abbuono del gpm (12” al primo, 10” al secondo e 8” al terzo). Basso fa la differenza. Bellissima la sua strategia che non ha speso tutto sul Mortirolo perché sapeva che la rampa dell’Aprica è decisiva.
Pancani e Cassani urlano: Basso maglia rosa virtuale. Se tutto va bene è così. 2’38” il vantaggio è impressionante. La Liquigas affonda sull’acceleratore…fino in fondo!
di Pietro Plastina