Speranze d'Italia | Andrea Russo

Intervista a una giovane promessa di 14 anni che punta all'Europeo e sogna l'Olimpiade
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Ginnastica
12-11-2011

Speranze d'Italia | Andrea Russo

Intervista a una giovane promessa di 14 anni che punta all'Europeo e sogna l'Olimpiade

ROMA - A tre anni ha iniziato a fare nuoto, ma solo a sei ha capito che era molto più divertente il riscaldamento e la ginnastica che faceva prima di entrare in acqua, e allora, insieme a mamma Sabrina (“impiegata alla Renault Italia”) e papà Paolo (“manutentore in un'azienda dove lavora tanto”)… ha deciso di cambiare sport. A sette anni Andrea ha iniziato a frequentare una palestra guidata da un ex olimpionico, Pasquale Carminucci, fratello del più famoso Giovanni, ma anche lui olimpionico a Roma ‘60 dove vinse il bronzo a squadre.


“Era una palestra femminile – ricorda Andrea Russo, una delle più giovani promesse della nostra ginnastica – non c’erano neanche gli attrezzi ed ero l’unico maschio”.

Sorride ricordando il “bel viaggetto” che faceva da Ardea, dove abita, fino a Frattocchie.


E il viaggetto continua,
per seguire la sua passione, tutti i giorni deve raggiungere Roma, zona Acquacetosa dove si allena.


“Fortunatamente ci sono Rocco e Davide che mi ospitano due giorni a settimana, il martedì e il giovedì”.


A 14 anni, Andrea Russo si allena sei ore al giorno per 5 o 6 volte alla settimana e ha una splendida famiglia con una quindicina di “fratelli e sorelle” tra i 9 e i 21 anni… la palestra.


Nella prima gara con la maglia azzurra, ad aprile a Berlino, un mini mondiale con le giovani promesse di 21 paesi, a vincere è stata l’emozione: “Eravamo più di cento e nella mia categoria, allievi terza fascia, sono arrivato quarto – dice Andrea sfiorandosi il naso, vezzo che fa spesso per spazzare via l’emozione - . Mi hanno battuto un ucraino, un giapponese e un inglese”.


Andrea, che è tifoso della Roma, ma indossa i colori della S.S. Lazio Ginnastica Flaminio, è uno che non si accontenta ed è anche sin troppo sincero nel dire che la sua prova non è poi stata da incorniciare: “Il giapponese faceva paura e l’inglese era nel complesso il più bravo, io ho fatto il miglior punteggio alla sbarra, ma poi non è stata una grande prova, sono caduto al corpo libero, alle parallele e agli anelli. Un po’ un disastro come prima gara in azzurro: agli anelli ho persino perso l’appoggio in uscita e sono atterrato di faccia, ma sono tutto intero”, fa una smorfia, dispiaciuto, ma sorride con la consapevolezza di poter fare molto meglio e di potersela vedere quanto prima con i giapponesi che stima tantissimo con un pizzico di invidia.


A maggio altra medaglia di legno al Criterium de Giovani 2011. “Ancora un quarto posto, però per poco - ricorda Andrea grattandosi la testa – perché ho inserito un nuovo elemento alle parallele: un’uscita a doppio carpio, e proprio durante l’uscita sono caduto anche là”. Ma non aggiunge però che il quarto posto è stato ottenuto dal più giovane atleta in gara, a dire il vero “i ’97” erano due.


Andrea conta di rifarsi nelle gare interregionali (“abbastanza facili”, forse per lui che ha appena conquistato il titolo regionale…) e poi c’è la nazionale e brillano gli occhi di adolescente nel parlare di maglia azzurra. “Spero a dicembre di vincere il campionato nazionale di Carate Brianza”, che Andrea definisce “un bel nord”, nel senso che è un posto bello lontano!


Prima c’è da “conquistare l'interregionale di Fermo il 19 novembre”, ma per Andrea un altro appuntamento importante con la squadra nazionale juniores è quello di oggi a Mortara nel triangolare Italia-Germania-Spagna [http://www.federginnastica.it/].


Sei ore al giorno di allenamenti, tre la mattina e altrettante il pomeriggio; poi, c’è la scuola, il primo ragioneria, con una insegnante tutta per lui, unico alunno… Insomma, un momento “solitario” senza compagni di scuola.


Com’è Andrea fuori dalla palestra?


“Fuori dalla palestra sono come Andrea Russo – risponde ridendo di gusto mentre si massaggia le dita – solo che, sfortunatamente, devo rinunciare a qualche uscita con gli amici, soprattutto il sabato, ed è un po’ tosta”.


Poi aggiunge di fila un paio di altre “sfortune”: “Purtroppo vivo fuori Roma e quando escono gli amici della palestra faccio difficoltà a uscire con loro, perché per tornare a casa ci metto un bel po’ di tempo”.


Ma per fortuna… “la ginnastica è uno sport bello, divertente e regala tante emozioni insieme a tante sconfitte, prevedibili”.


E poi?


“Fortunatamente mi ritrovo un bel fisico e al mare non è male...”


Perché? Galleggi meglio?


“No! aiuta…”


Con le ragazze?


E’ un semplice e secco “sì” senza compiacimento, però.


Qualche amico è invidioso del tuo fisico o di quello che sei?


“No”


Quanti amici hai, veri?


“Tutti quelli della palestra. E’ una grande famiglia di ragazze e ragazzi tra i 9 e i 21 anni, stiamo sempre insieme e ci vogliamo bene”.


Ed è sincero, Andrea, perché se gli si chiede qual è un mito per la sua età, subito risponde “Megan Fox”, tra le donne, mentre tra i campioni del suo sport, “sembra stupido (perché mai, poi!), ma vorrei essere come Fabio (Maglioni), un altro ginnasta dell’Acquacetosa: per ora non ha vinto niente, però è grintoso, ha avuto un sacco di problemi, ma li ha superati tutti, si allena come non si allena nessuno qui dentro. Si merita proprio di vincere qualcosa di importante al più presto…”.


E il modello di ginnastica per eccellenza?


“Quella giapponese, essere come loro sarebbe il top”


Essere come Andrea com’è?


“Per ora ho raggiunto un buon obiettivo: ho 14 anni, devo crescere, va bene così”.


Datti un voto per quello che hai fatto fino ad ora…


“Sette e mezzo/otto. Per un bel 10 ho tanta strada da fare ancora, speriamo nell’Europeo della prossima primavera a Montpellier”. E un bel “sogno” se lo aspetta quando a 18 anni potrà pensare a una Olimpiade.


E la testa di Andrea? È bella o brutta?


“Il mio cervello? E’ abbastanza bello”. Afferma convinto e serio prima di sorridere soddisfatto per la sua risposta un po’ olistica!


Dalle 9 alle 12 e 30 allenamenti, poi il pranzo: Andrea mangia tanto, anche due bistecche e tre piatti di pasta, “tanto brucio tutto”, ma non si tratta mai di un pasto completo (“il cibo è molto controllato”) mangia tanta frutta (“sia a pranzo che a fine allenamento, fa bene ai muscoli”) ma non va matto per la bieta, “solo a vederla…” e gli vengono un po’ di bolle quando beve qualcosa di alcolico. Meglio così per ora, anche se Andrea non ci sta!


Per digerire meglio una partitella a calcetto sul quadrato del corpo libero. Dalle 14 alle 16 e 30 di nuovo a faticare, e poi la scuola dalle 17 alle 20. Il tutto dal lunedì al venerdì con qualche sabato tra allenamenti ulteriori e gare.


Una bella fatica la scuola che chiude la giornata, no?


“La scuola è un po’ stancante, ma mi piace quello che ho scelto, ragioneria, e poi la professoressa è tutta per me, studio anche a casa, con piacere”.


Bravo o secchione?


“Secchione? – ripete Andrea "imbruttendo" un pochino – Bravo, bravo, secchione non ci voglio proprio essere. Anche nel mio sport non sono di quelli che si chiudono in palestra per tutta la vita cercando di migliorare. Se sei bravo le cose vengono…”


“Senza questa passione, avrei giocato sicuramente a calcio, ma…”


Ma è uno sport duro, dove ci si fa male?


“No – risponde scoppiando a ridere di gusto – è che ho le fette a banana… “ dice sollevando i piedi e mostrandoli storti! E poi aggiunge: “Certo però che questo fisico sarebbe veramente sprecato, per il calcio”.


I videogiochi, il cinema, il teatro, la lettura, riescono a far parte della vita di un atleta che punta in alto o si tratta di una rinuncia accettata?


“Ho la Play 3 a casa e mi piace giocare ai videogiochi di calcio e agli sparatutto di guerra. Leggo pochi libri, anzi nessuno, ma mi piacciono le riviste come Focus”.


Ti stressano o ti rilassano, i videogiochi?


“Dipende. Quando vieni sconfitto è stressante e mi rode abbastanza, a differenza del mio sport in cui si vince raramente, e quindi ti abitua alla sconfitta, ma quando vinci è una bella «vincita»…


La musica che ti carica non è la classica, giusto?


“No, assolutamente – risponde Andrea corrucciato alla “ma che stai a di’”- ascolto dance, house, rock e a ballare me la cavo abbastanza bene senza fare capriole o breakdance…”.


Ti senti un ragazzo fortunato?


“Sì”, risponde convinto Andrea dopo essersi guardato un attimo introno sbattendo gli occhi.


E i tuoi genitori sono contenti di te e delle tue scelte?


“Sì, mio padre, che è bello piazzato come me, da piccolo voleva fare ginnastica, ma non ha avuto la possibilità e quindi credo io sia una sua bella estensione! Mio fratello più piccolo ha provato a fare ginnastica anche lui, ma sono altri geni e non è portato”. Qualche maligno che lo sta ascoltando dice, però, che ha i piedi molto più buoni!


Chi è più “cattivo”, mamma o papà?


“Mamma – risponde d’un fiato Andrea senza indugio – anche se la mia ragazza ogni tanto dice che io, sono cattivo, invece sono un buono e, tanto, dicono tutte le solite cose…”.


Il tuo peggior difetto?


Dopo quattro secondi di silenzio: “Non lo so, dipende dagli altri…”


E il pregio?


“… scelgono gli altri”


L’attrezzo più difficile?


“Il cavallo: dopo poco più di un minuto non ce la fai più, i muscoli si irrigidiscono e quando scendi sei stanco come se avessi fatto due tempi di una partita di calcio”.


E il meno stressante?


“Gli anelli. C’è tanto sforzo, ma il respiro resta costante e non ti sembra di faticare molto”.


Cosa “digerisci” meno?


“Il corpo libero, ma devo solo affinare la tecnica”.


Che vuoi fare da grande?


“L’idea principale è di entrare nella squadra nazionale, per tanti motivi: autocompiacevolezza, riuscire a trovare un lavoro in aeronautica o nell’esercito e poi, boh!”.


Beata sincerità dei 14 anni! La ginnastica è uno sport “povero” e l’unico sbocco per chi può e vuole andare avanti, molto spesso è indossare una divisa…


Le prime gare Andrea le ha fatte con un ente di promozione sportiva, si è subito messo in evidenza. La sua palestra di origine (quella femminile, per intenderci) era poco attrezzata ed è quindi stato obbligato a passare a Roma dove è stato notato dall’allenatore del Centro tecnico Federale dell’Acquacetosa, Gigi Rocchini, che lo ha inserito nel gruppo dei ginnasti del Centro.


Sono circa 4 anni che ti alleni ad alti livelli, ma come sono i rapporti con i “maestri” che un po’ diventano genitori e un po’ confidenti, forse più di una madre o di un padre?


“Buoni! Ascolto molto chi mi allena, prima di tutto, perché aiuta e poi…” non riesce ad aggiungere altro, Andrea, sorride un po’ imbarazzato e smette di massaggiarsi le dita allargando le mani.


Al Centro tecnico federale di Roma dove Andrea si allena, ci sono altre due giovani promesse della stessa società: Rocco Tana e Giancarlo Mastrantonio.


La Lazio ginnastica Flaminio, nei suoi quasi 50 anni di storia, vanta la presenza alle Olimpiadi sia per la sezione della ginnastica ritmica (Micaela Imperatori, Seul 1988) sia nell’artistica femminile (Cinzia Delisi, Monaco 1972 e Maria Teresa Gargano, Atene 2004).


Manca proprio un rappresentante dell’artistica maschile... L’Olimpiade del 2016 è dietro l’angolo, a 14 anni, basta rinunciare a qualche uscita in discoteca - “ma neanche tante, perché il sabato esco con la mia ragazza o con gli amici e ci vado, a ballare”, aggiunge leggero Andrea.


In bocca al lupo! “Crepi” risponde pronto Andrea Russo allungando la manona bianca e ruvida che stringe in una morsa dolorosa, ma senza esagerare!


La palestra è piena di quel profumo che ricorda l’infanzia, profumo di umanità, quell’odore che da bambino ti porti a casa, dopo aver giocato tutto il giorno nella stanza del tuo indimenticabile amichetto della porta accanto.

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