Mondiale: "5 attaccanti ma nessuno è sicuro"
Il ct azzurro Prandelli: "L'unica certezza è il lavoro quotidiano"
"La nostra certezza deve essere il lavoro quotidiano, il modo di diventare squadra".
Cesare Prandelli indica la rotta in vista dei Mondiali in Brasile. Il ct azzurro torna a battere il tasto anche sulla condizione fisica, ricordando che "dopo l'Europeo, abbiamo fatto delle ricerche sullo stress che puo' condizionare i giocatori: i meno stressati esprimono piu' fantasia, quelli stressati sono rigidi, poco duttili e poco presenti. Se ho uno strumento che mi permette di dire che tu hai recuperato e lui no, mi faccio aiutare".
"All'Europeo - continua Prandelli - siamo arrivati alla finale senza strumenti che mi aiutassero a capire chi era pronto e chi no e quello e' stato un errore. In Brasile si giochera' un mondiale che dal punto di vista fisico consumera' i giocatori, dovremo lavorare sulla prevenzione e sul recupero. In questi due anni abbiamo mandato i nostri collaboratori in giro per il mondo per studiare. Tanti sono piu' avanti di noi".
La questione della condizione fisica ha spinto Prandelli a fare certe scelte, come quella di chiudere le porte della Nazionale a Totti. "Quando lo scorso autunno, ho detto che l'avrei chiamato, lo pensavo davvero perche' all'orizzonte non si vedevano giovani di prospettiva. Ora invece ci sono giovani come Destro, Immobile. Devo portare 23 giocatori che abbiano una grandissima condizione, posso pensare a 22 piu' uno", il riferimento a Cassano, che in questa stagione "e' stato uno dei piu' continui come rendimento. E ti puo' sempre risolvere una partita".
Restando al reparto avanzato, in vista dell'elenco dei 30 pre-convocati, "chiamero' sette attaccanti per cinque posti. E soprattutto non c'e' nessuno sicuro del posto. Neanche Balotelli. Destro e Immobile? La differenza e' piu' caratteriale che tecnica. Immobile e' piu' libero mentalmente. Destro e' un ragazzo con un talento importante ma le potenzialita' non bastano. Vedi Immobile e noti questa generosita', Destro e' un po' una sfinge, ha doti straordinarie ma deve fare qualcosa in piu'".
Capitolo a parte Giuseppe Rossi: "merita tutto il nostro affetto, sono felice per il gol e lo aspettero' fino all'ultimo pero' sapete che avevo detto che avrei voluto vederlo in quattro-cinque partite...". Aspettando di poter convocare Jorginho (gli manca poco piu' di un anno per avere il diritto a giocare nell'Italia), Prandelli parla anche della decisione di rinnovare, presa "per due motivi. Il primo: un tecnico che, prima di andare al Mondiale, ha gia' la fiducia sottoforma di un contratto riempie d'orgoglio. Il secondo: mentalmente non me la sono sentita di parlare con un club prima dei Mondiali, non mi sembrava giusto. Il mio nome per un eventuale dopo-Conte? Io ho dormito tranquillamente".
Infine una battuta sul fatto che le italiane, fuori dai confine, faticano. "In Europa c'e' piu' intensita' perche' la palla corre piu' veloce - l'analisi di Prandelli - Non abbiamo forse quel tipo di cultura. Per esempio: si dice che in Italia si fa pressing, in realta' si fa pressione. In Europa fanno pressing, in Italia facciamo pressione tranne le prime quattro squadre. E infatti non e' mai successo che le prime della Serie A avessero 70 punti sulle ultime".
giovedì, 8 maggio 2014, ore 09.43