E Nibali va… a rotta di collo dalla cima del Monte Grappa, piega dopo piega derapando con il retrotreno se necessario taglia il traguardo di tappa.
Dietro Basso che lo ha sempre accompagnato. Un traguardo che è il traguardo della sua maturità sportiva e umana. Bravo Vincenzo! Un’altra bella pagina di questo Giro che non ha mai riservato giornate di stanca, nemmeno quelle disputate In pianure piatte come tavole.
Sul Monte Grappa il trionfo italiano è nitido, chiaro. Numeri a parte è stata scritta una bella pagina di ciclismo oggi con i nostri ragazzi che hanno dettato legge dalle prime battute.
Italiani alla riscossa sul monte Grappa, roccia densa di storia dove si è combattuto non solo sportivamente. Quest’oggi il generale non è Cadorna ma lo squalo dello stretto che si era legato al dito lo schiaffo di L’Aquila.
La fase finale della tappa sembra quasi una crono. Bravo e imponente anche Basso che ha tenuto alto il ritmo nella salita del Grappa la prima di questa terza settimana alpina del Giro. Bene anche Scarponi, tiene Evans che da solo – senza praticamente più squadra – rimane a ruota.
Sastre sonnecchia e ritorna nei suoi ritmi abitudinari. Arroyo e Xavier Tondo non reggono, Cunego sprofonda, Simoni mai in partita, Garzelli in difficoltà. Asolo accoglie il messinese che nel 2002 vinse un campionato italiano juniores.
1’33” il ritardo di Vinoukurov sul traguardo. 2’45” il ritardo di Arroyo, 5’00” quello di Porte. Lo spagnolo Arroyo veste la maglia rosa ed era prevedibile visto che Porte non poteva reggere il rigore delle pendenze alpine.
Arroyo, l’uomo di Toledo è il nuovo leader e il primo pensiero lo rivolge alla sua squadra. In classifica generale rimane Porte e poi Xavier Tondo e quindi Kiserlosky. Domani lo Zoncolan dove si continuerà a riscrivere la classifica.
La prima novità è stato il cambio della maglia rosa ma rimane sullo sfondo dei profili alpini l’impresa commovente di Nibali e della Liquigas che oggi ha imbroccato ogni mossa. "Ho fatto uno sforzo...". Non ha piu' fiato Vincenzo Nibali dopo la splendida vittoria. "Una bella giornata - confessa il corridore messinese della Liquigas - penso che questo paese mi porti un po' di fortuna visto che qui nel 2002 ho vinto il campionato italiano. Non credevo di farcela, ma ho cercato di gestire bene lo sforzo e per vincere ho fatto una fatica bestia".
E quindi domani i corridori affronteranno la tappa di montagna più impegnativa del Giro. C'e' il Monte Zoncolan, una sorta di montagna sacra per gli appassionati di ciclismo al pari del Mortirolo, considerato la salita più dura d'Europa. Monte caro a Gilbero Simoni che qui vinse due volte, nel 2003 e nel 2007.
Quest'anno e' il secondo arrivo in salita dopo il Terminillo. Inserita per la prima volta nella corsa soltanto nel 2003, fu risalita dal versante di Sutrio. La prima edizione vinta da Simoni fu nella giornata che vide l'ultima prestazione di Marco Pantani, quinto all'arrivo. In questa edizione invece lo Zoncolan è sul versante di Ovaro, già collaudato nel 2007, molto più difficile con pendenze medie del 12 per cento con punte anche del 22, con tornanti stretti e ripidi. Finale durissimo: dopo i gpm di Sella Chianzutan e Passo Duron prima del traguardo. Prima degli ultimi 500 metri tre gallerie, gli ultimi 250 metri hanno pendenze fino al 16 per cento.
Pietro Plastina
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