Il ferroviere

IL FERROVIERE di Pietro Germi – I – 1956 – 120’ Con PIETRO GERMI, SARO URZÌ, LUISA DELLA NOCE, SYLVA KOSCINA Andrea Marcocci (Germi) conduce locomotive da molti anni, le sue giornate sono segnate dalla fatica, dal fumo del suo toscano e dal nero della fuliggine. Accanto a lui c’è Gigi Liverani (Urzì) il quale, oltre a dargli il cambio alla guida, è il suo confidente, l’unico di cui Andrea si fida ciecamente. Una sera tornando a casa Andrea trova la propria famiglia al capezzale di sua figlia Giulia (Koscina) che ha appena dato alla luce un bambino, nato però morto. Di fronte a quel dramma Andrea ripensa agli scontri avuti con lei quando la obbligò a sposare l’uomo del quale era rimasta incinta, un’imposizione che Giulia aveva tentato di evitare con tutte le forze, consapevole di non amare quell’uomo. A nulla era valsa la sua ribellione e altrettanto inutile era stato per Giulia contare sull’appoggio di mamma Sara (Della Noce), remissiva moglie di Andrea. Anche sul lavoro le cose sembrano precipitare quando Andrea è involontario colpevole della morte di un uomo gettatosi sotto il suo treno. L’abisso verso l’alcolismo si fa sempre più vicino, l’ultima speranza per Andrea è l’amore che Sara e il suo piccolo terzogenito hanno per lui. Nastro d’Argento come miglior film, con “Il ferroviere” Germi torna al successo commerciale che non aveva dai tempi di “Il cammino della speranza” di sei anni prima. Il risultato al botteghino non deve assolutamente far pensare a un’opera concepita per ingannare lo spettatore, magari blandendolo con una storia semplice, con schemi fin troppo scontati, cose impossibili da trovare in questo splendido film scritto, oltre che da Germi, anche da Luciano Vincenzoni ed Ennio De Concini. Lavoro di assoluto valore artistico, l’intero cast si è messo al servizio di Germi, qui nel duplice ruolo di regista e attore principale, esperienza questa che ripeterà con analoghi buoni risultati nei due successivi “L’uomo di paglia” e “Un maledetto imbroglio”. Ne “Il ferroviere” oltre ai citati, vanno segnalati Carlo Giuffrè e il piccolo e bravo Edoardo Nevola nelle parti rispettivamente di Marcello e Sandrino, gli altri figli di Andrea. In quella di un amico di Marcello c’è Riccardo Garrone, oggi conosciuto più per l’interpretazione di San Pietro in una nota pubblicità di un caffè, che per i suoi quasi settant’anni di onorata carriera nella settima arte. Peccato. Umberto Berlenghini