Euro 2012

Rai Sport

Oro a Molfetta nel taekwondo

Storico titolo olimpico per l'azzurro nella categoria +80 kg. Entra nella storia anche l'argento del Gabon

Carlo Molfetta ha conquistato la medaglia d'oro nella finale olimpica dei +80 Kg, la prima nella storia a cinque cerchi del taekwondo azzurro.


Il 28enne mesagnese si e' imposto per superiorita', dopo il verdetto dei giudici, su Anthony Obame, argento e primo gabonese a salire su un podio olimpico. Il match si era chiuso sul 9-9 dopo i tre round e non si era risolto nemmeno al golden point. Bronzo per il cubano Robelis Despaigne ed il cinese Liu Xiaobo. L'Italia del taekwondo, dopo il bronzo di ieri di Mauro Sarmiento nei -80 Kg, chiude cosi' la sua avventura a Londra2012 con due medaglie.


"L'ho gia' detto prima che era una giornata si'. Per un punto si perde e per uno si perde ed oggi si vince, non c'era lotta!". Queste le prime parole di Carlo Molfetta, nuovo campione olimpico. "Dedico questa medaglia d'oro a me principalmente e poi a due persone in particolare: il primo e' Leonardo Basile, il vero peso massimo della nostra nazionale, un mio amico vero. Questa sera poteva esserci lui qui, ma per scelte tecniche a Londra hanno portato me e, quindi, un pezzo di questa medaglia e' sua. Poi a Serena, la mia ragazza, perche' da quando c'e' lei sono piu' sereno" aggiunge Molfetta che e' convinto che questo sia solo l'inizio per il taekwondo azzurro. "Possiamo fare meglio, basta crederci - afferma - bisogna aumentare i numeri perche' siamo pochi, ma abbiamo dimostrato che la nostra e' un'ottima scuola", quindi per chiudere un ringraziamento al proprio gruppo sportivo: "Viva i carabinieri".


Ha preso a calci il mondo, dal Tagikistan al Gabon, per illuminare con l'oro la sua vita di lottatore del Sud e il taekwondo azzurro. E alla fine Carlo Molfetta, 28 anni, salentino di Mesagne, ha usato le mani per il colpo finale, le braccia distese ad arciere come Usain Bolt, e poi alzate dai giudici in segno di vittoria per un verdetto finale da thrilling. E' una vittoria olimpica storica - la prima di quest'arte marziale, l'oro azzurro numero otto ai Giochi di Londra, il 199° dell'Italia di ogni tempo - e arriva da un atleta che doveva essere il fenomeno del tatami gia' 8 anni fa. Errori di gioventu' (''e dei giudici'', dicono i suoi) e infortuni hanno rimandato l'appuntamento fino a stasera. Ma alla fine i suoi 'calci in volo' sono andati a segno.    


L'ultimo combattimento di Molfetta era cominciato in salita. Lo studio dei due avversari ('combattete', l'invito ripetuto dell'arbitro), poi un colpo assegnato e tolto all'azzurro e lo 0-3 deciso alla moviola per un calcio in faccia contestato, ed e' 6-1 del primo round a favore di Obame. In rimonta continua, Molfetta ha assestato il calcio vincente a 15'' dalla fine, per il 9-9 finale che gli ha consentito di giocarsela tutta al 'golden point': altri 2' di combattimento, nessun punto, e il verdetto finale dei giudici e Molfetta che si inginocchia. Per una notte, tra le grida del pubblico dell'Excel trasformato in un'arena da Rocky, e' gloria vera. Non solo riflessa da un 'dilettante' come Ibrahimovic.


Stavolta e' di Molfetta il calcio che basta a riempire tutta una vita, piu' che il portafogli. Pazienza se si continuera' a chiamarlo tachendo' e a non raccapezzarsi su come definire chi lo pratica: troppo difficile capire davvero (e pronunciare) un'arte marziale che viene da lontano, 2000 anni e tanta Corea. Qui sul tatami pero' c'e' tanto Sud del mondo, gente di nazioni o citta' dove ci si deve difendere attaccando, in qualsiasi modo. E sul podio vanno anche Afghanistan, Iran, Colombia, oltre alla Corea o agli Usa. Il Sud dell'azzurro d'argento si chiama Mesagne, 27 mila abitanti a pochi chilometri da Brindisi, li' in fondo all'Italia, e un lutto profondo per la giovane Melissa uccisa dalla bomba di un folle a scuola. Il suo Sud invece e' stato un combattimento lungo otto anni, da predestinato a 'sfigato' del taekwondo olimpico: i Giochi erano finora l'unico appuntamento fallito    


Molfetta il 'Lupo', lo chiamavano da quando a 5 anni mamma Maria Antonietta disse a papa' Eupremio ''portalo in palestra o questo mi sfascia casa, tanto e' vivace''. Lui a 12 anni gia' firmava autografi ai compagni di classe dicendo: vedrete, quando arrivo alle Olimpiadi varranno molto. E per gli ultimi 10 anni ha allenato quel sogno vivendo 'recluso' al centro tecnico del Coni 'Giulio Onesti', appena qualche ora di libera uscita serale con la fidanzata Serena, la divisa da Carabiniere nel gruppo sportivo. Sacrifici ripagati da un podio la cui mancanza, raccontano dalla nazionale, ''gli stava togliendo il sorriso''. Stasera per far crescere esponenzialmente le quotazioni degli autografi di bambino ha dovuto tirar calci e pugni e metter ko avversari di ogni parte del mondo e un grande handicap, il peso. 


Con le categorie olimpiche ridotte a quattro da otto, lui che di solito combatte sotto gli 87 chili ha dovuto scegliere il piu' 80, lasciando combattere Sarmiento tra i 'meno' pesanti. Risultato, ha affrontato giganti di due metri e fino a 120 chili di peso, lui che al massimo qui e' riuscito a salire a 90. ''Tecnica e testa'', questo dicono pero' del suo modo di combattere i tecnici azzurri. E con quelle due armi si e' preso una rivincita di Atene 2004 (ko contestato al primo match con un iraniano) e di Pechino 2008 (quattro operazioni al ginocchio e addio Giochi).


Qui a Londra ha cominciato con un tagiko, Alishev Gulov (solo 6 centimetri in piu') e lo ha regolato con 5 punti nell'ultimo round fino al 7-3 finale; ha proseguito con il gigante cinese Liu Xiabao (quasi 20 cm in piu') annullando il vantaggio delle gambe lunghe solo al 'golden point' del supplementare. Poi il maliano Modibo Keita, ancora piu' grosso e altro (2.03), difendendo nell'ultimo round il vantaggio dei primi due fino al punto finale contestato. Poi l'epilogo thrilling, nella notte, e un oro di calci che portano in volo.
sabato, 11 agosto 2012, ore 23.51