Contador, tris parigino

Schleck e Menchov completano il podio dell'edizione 2010. Petacchi come Bitossi, è sua la maglia verde
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Tour de France

Contador, tris parigino

Schleck e Menchov completano il podio dell'edizione 2010. Petacchi come Bitossi, è sua la maglia verde

Un giallo che illumina la Francia
Contador la maglia gialla se la incolla sulla pelle a Parigi. E' la terza volta che il corridore spagnolo entra vittorioso tra le ali di folla dei campi elisi. Quella di oggi la vittoria più sofferta delle tre in una stagione dove si è notata qualche incrinatura nella sua tenuta fisica. Di fronte ha avuto un grande Andy Schleck che fino a ieri gli ha fatto tremare le gambe. Sempre dietro la sua ruota e sfortunato per l'incidente meccanico che ha deciso la classifica finale e quindi l'esito del Tour. Ha rispettato le promesse il russo Menchov che chiude il terzetto sul podio finale a 2'01" da Contador. Aveva preparato a puntino l'edizione del 2010 saltando addirittura per questo motivo la sua partecipazione al giro d'Italia.La tappa finale è stata vinta dall'infaticabile Mark Cavendish davanti a Petacchi e Dean

AleJet in verde
l'unico che brilla è stato Alessandro Petacchi che oggi si gode il trofeo della maglia verde a punti. Da domani dovrà pensare all'inchiesta sul doping che lo coinvolge ma almeno per qualche ora, forte anche di due vittorie di tappa, si consola con un verde che sa tanto di speranza. Lo spezzino della Lampre, pero', conquista la maglia verde 42 anni dopo Franco Bitossi, l'unico italiano fin qui capace di vincerla. Lo spezzino doveva guardarsi dall'assalto finale di Hushovd e Cavendish, ma due fughe hanno reso vani gli sprint intermedi e tutto si e' giocato nella volata finale. Due vittorie, due secondi e tre terzi posti per lo spezzino, che adesso potra' dedicarsi alle domande che vorranno rivolgergli dalla Procura di Padova in merito al presunto uso di Pfc e albumina.

Ciao Lance
L'arrivo a Parigi concide anche con la discesa definitiva dalla bici di Lance Armstrong, sette volte vincitore della Grand Boucle. Il texano, tornato alle gare dopo alcuni anni dal ritiro con il chiaro intento di rivincere un Tour, lascia la bici con l'ottimo e inaspettato terzo posto dello scorso anno e con un un Tour anonimo di quest'anno. Uscito presto dalla classifica generale, ha onorato la corsa rimanendo al suo posto, ma non e' riuscito a vincere almeno una tappa, traguardo minimo che si era dato. Oggi avrebbe voluto disputare l'ultima tappa con le maglie con su scritto "Livestrong" ma gliel'hanno impedito.

Gli altri italiani
hanno fatto vedere qualche sprazzo di buono. Ballan e Cunego non sono mai riusciti a trovare il varco adatto per i loro scatti ma positivo è il bilancio dei due, come bella e interessante è stata la prestazione del giovale Felline che fin quando è rimasto in gara ha mostrato testa e muscoli buoni. Su Basso c'è da dire poco. Ha voluto forse strafare proponendosi al tour dopo uno stancante e vincente giro, prova che con questi livelli di agonismo è difficile tentare il bis (Giro, Tour). Difficile quanto impossibile. Basso ha forse sofferto la condivisione del ruolo di capitano con Kreuziger. Tra i due più volte si è notata poca intesa.
Pietro Plastina

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